Incontro con Don Tarcisio
Maggio 2016 - Una piccola delegazione della Cooperativa Chicco di grano ha incontrato Don Tarcisio Faoro nella sede dell’Associazione Casa Mamma Margherita che dal 1990 accoglie ragazzi “difficili e a rischio” dai 14 ai 18 anni.
Siamo rimaste circa due ore ad ascoltare la storia della nascita di questa casa famiglia perché nel nostro lavoro quotidiano è importante conoscere chi prima di noi ha intrapreso le strade dell’accoglienza. L’accoglienza vera, come questa realizzata da Don Tarcisio e i volontari della sua associazione, con l’obiettivo di dare una casa e una famiglia a chi nella nostra società è davvero “ultimo”, ultimo e solo. E spesso questa condizione di solitudine e disagio, è accompagnata da un passato di violenza, nonostante la giovane età degli ospiti della casa, un passato difficile da oltrepassare e gestire nella vita attuale. Don Tarcisio, infatti, accoglie in Casa Mamma Margherita anche ragazzi provenienti da “Solliccianino” e ci racconta che, in passato, reinserire questi ragazzi nella società era più facile, si trovava chi soprattutto nelle vicinanze, proponeva lavori umili ma dignitosi; oggi il nostro tessuto sociale è piegato dalla crisi economica e tutto è molto più complesso. Ci racconta di una vita dedicata ai ragazzi di strada, proprio come Don Bosco che, nelle strade di Torino, cercava i ragazzi disagiati.
Don Tarcisio si emoziona nel ricordare delle tante collaborazioni e aiuti che negli anni la sua associazione in via della Pieve ha ricevuto e delle difficoltà attuali dovute alla crisi economica che ha stravolto e riduce sempre più i fondi destinati alle problematiche sociali.
Prima della nostra visita a Casa Mamma Margherita eravamo preoccupate di incontrare un sacerdote di ottanta anni, ci chiedevamo se avremmo trovato facilmente un terreno di dialogo comune. Oggi sappiamo che ci porteremo a lungo il ricordo di una persona che ha dedicato la sua vita con passione e forza alla sua missione e ci auguriamo di saper condurre un’attività altrettanto importante e difficile come quella dell’accoglienza di donne e minori nelle nostre Case famiglia.